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Il terminale Adriatic LNG: un’alternativa affidabile per diversificare le forniture di gas per l’Italia

Con un tasso di utilizzo della propria capacità di rigassificazione superiore al 90%, ossia superiore alla media attuale di utilizzo delle infrastrutture energetiche che si attesta attorno al 70% (fonte RIE), il terminale Adriatic LNG – posizionato nell’Alto Mare Adriatico, a circa 15 chilometri dalla costa veneta – si conferma come un’infrastruttura strategica per l’approvvigionamento di gas nel nostro Paese. E’ il quadro tracciato da Alistair Routledge, Amministratore Delegato di Adriatic LNG nel corso del suo intervento all’European Gas Infrastructure for Interconnectivity and Interoperability Forum, che si sta svolgendo in questi giorni a Roma e che riunisce i principali operatori del settore gas a livello europeo e le autorità regolatorie comunitarie e nazionali.

In un mercato del gas come quello italiano che dipende per circa il 90% dalle importazioni estere, il terminale Adriatic LNG ha consentito l’apertura di nuove rotte per l’arrivo del gas naturale in Italia. A fine novembre 2011 sono giunte al terminale oltre 170 navi metaniere, provenienti da 5 diversi paesi fornitori: per la maggior parte dal Qatar, ma anche dall’Egitto, da Trinidad & Tobago, dalla Guinea Equatoriale e dalla Norvegia.

Con una capacità di rigassificazione annuale pari a 8 miliardi di metri cubi di gas, il terminale contribuisce a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico del Paese offrendo maggior flessibilità rispetto ai metanodotti. Ciò è apparso tanto più evidente nelle recenti crisi dei gasdotti Transitgas (le cui principali fonti sono la Norvegia e l’Olanda) e Greenstream (dalla Libia) che, anche grazie al contributo fornito dal terminale Adriatic LNG, non hanno fatto registrare impatti significativi sul mercato italiano.

“Oggi l’approvvigionamento via mare permette di soddisfare circa il 12% del totale delle importazioni di gas in Italia” - ha osservato Alistair Routledge. “Tale quota è cresciuta proprio a seguito dell’entrata a regime del nostro terminale di rigassificazione. Nel 2010 abbiamo immesso nella rete nazionale quasi 7 miliardi di metri cubi, pari a circa il 10,4% del totale delle importazioni e all’8,5% dei consumi complessivi di gas a livello nazionale. Questi numeri attestano come il terminale Adriatic LNG rappresenti un punto d’ingresso strategico per l’importazione di GNL in Italia da tutto il mondo”.

L’80% della capacità del terminale è utilizzata da Edison per rigassificare il GNL importato dal giacimento di North Field in Qatar, in base all’accordo di fornitura con Ras Gas per un periodo di 25 anni. Del rimanente 20% disponibile per altri operatori, il 12% è stato già assegnato secondo le procedure definite dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. L’8% rimane tuttora da assegnare.

La capacità residua del terminale (circa 600 milioni di metri cubi di gas l’anno) viene offerta sul mercato attraverso le procedure di “sottoscrizione di capacità” come pubblicato nel sito aziendale, www.adriaticlng.it.

“In questi due anni” - ha concluso l’Amministratore Delegato di Adriatic LNG – “abbiamo dato prova di essere in grado di offrire elevata affidabilità e alti standard di eccellenza e di sicurezza: tutti elementi che i nostri attuali e potenziali utenti apprezzano e cercano”.