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Presentati i risultati del monitoraggio ambientale su flora e fauna nel tratto terrestre del metanodotto Adriatic LNG

Sono stati presentati oggi in un incontro pubblico che si è svolto all’Accademia dei Concordi di Rovigo i risultati delle campagne di monitoraggio ambientale condotte dall’Associazione Naturalistica “Sagittaria” sulla flora e fauna delle aree costiere, lagunari, vallive e agricole comprese nel tratto terrestre del metanodotto gestito dall’Adriatic LNG.

Lo studio ha confermato che i lavori per la realizzazione del metanodotto non hanno avuto alcun impatto ambientale sull’area circostante. Positivi sono stati anche i risultati degli interventi di ripristino che sono stati realizzati con il contributo di Adriatic LNG tra Scanno Cavallari e Scolo Sadocca e tra Scolo Sadocca e Cavarzere. Si tratta di interventi di ingegneria naturalistica e di ripristino vegetazionale, finalizzati essenzialmente al consolidamento e alla rivegetazione di argini, di sponde di corsi d’acqua e in genere di tutte quelle aree più delicate dal punto di vista floristico che sono state interessate dalla messa in opera del metanodotto.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, Angelo Zanellato, Presidente di Consvipo, Danilo Trombin, Responsabile Settore Ricerca, Divulgazione ed Educazione Ambientale dell’Associazione Sagittaria, Carlo Mangia, Direttore Tecnico di Adriatic LNG e Adriano Gambetta, Responsabile della Base di Terra di Porto Viro.

“La grande mole di dati raccolti nel corso delle diverse campagne di monitoraggio è perfettamente in grado di confermare che non si sono verificati impatti sulla flora e sulla fauna né durante i lavori per la realizzazione della condotta né nell’attuale fase di funzionamento” - afferma Danilo Trombin, Responsabile del Settore Ricerca, Divulgazione ed Educazione Ambientale dell’Associazione Sagittaria.

“La salvaguardia dell’eco-sistema circostante ha rappresentato una priorità in ogni aspetto del progetto.” - dichiara Carlo Mangia, Direttore Tecnico di Adriatic LNG – “I lavori di posa del metanodotto iniziati nel 2006 e conclusi nel maggio 2009 sono stati programmati nel rispetto dei flussi migratori degli uccelli che sostano nell’area del Delta del Po. Sono state, inoltre, utilizzate tecniche avanzate per la costruzione del metanodotto, come la Trivellazione Orizzontale Controllata, e sono state installate barriere temporanee per ridurre i livelli di rumore e la torbidità delle acque. ”

L’estensivo piano di monitoraggio realizzato dall’Associazione Sagittaria è cominciato nel 2006 e si è protratto fino a maggio 2011, analizzando sia le fasi di progettazione e costruzione del metanodotto, che quella di effettivo esercizio del terminale. I monitoraggi sulla flora continueranno per altri tre anni mentre è in fase di invio il report finale sulla fauna alle autorità ambientali di controllo.

I risultati degli studi effettuati mostrano che, a livello di flora, le specie vegetali autoctone hanno mostrato un significativo incremento e dai dati botanici di carattere qualitativo è emerso che tutta l’area d’indagine conserva uno stato in buone condizioni generali.

A livello faunistico, le campagne di monitoraggio eseguite hanno confermato la presenza di tutte le diverse specie di anfibi e rettili. Lo studio di Sagittaria evidenzia inoltre come alcune di queste specie, come il rospo smeraldino, siano addirittura state favorite dalla presenza dei cantieri per la posa in opera del metanodotto. Per quanto concerne le specie di uccelli nidificanti non si osservano elementi di carattere negativo. Si registra, al contrario, la presenza di alcune importanti specie, alcune delle quali di elevato interesse conservazionistico (es. Albanella Minore), e l’incremento di talune specie acquatiche (come la pernice di mare e l’avocetta).

Il metanodotto collega il terminale di rigassificazione Adriatic LNG alla terraferma e successivamente alla rete nazionale gasdotti. Il gas dopo essere stato riportato dallo liquido a quello gassoso dagli impianti di vaporizzazione presenti sul terminale, viene inviato nel metanodotto e dopo aver attraversato 15 chilometri sotto il fondale marino, prosegue per altri 25 chilometri nell’entroterra, fino alla stazione di misura di Cavarzere, in provincia di Venezia. Da qui, un’altra condotta, gestita da Edison Stoccaggio, trasporta il gas per 84 chilometri fino al nodo della rete nazionale di gasdotti gestita da Snam rete Gas, vicino a Minerbio, in provincia di Bologna, pronto per essere trasportato fino ai clienti degli utenti del terminale